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  • Sensibilizzazione di Airalzh 2022

    airalzh

    Anno : 2022

    Associazione :
    Airalzh Onlus, Associazione Italiana Ricerca Alzheimer

Sensibilizzazione di AIRALZH 2022

 

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer del 21 settembre, Airalzh (Associazione Italiana Ricerca Alzheimer) promuove l’importanza della ricerca di base. Sebbene la comprensione della malattia continui a migliorare, al momento - infatti - non esiste una cura. La ricerca sta facendo passi avanti ma sono tante le sfide ancora da affrontare, tra queste quella di caratterizzare meglio i fattori di rischio genetico, identificando i processi fisiopatologici in gioco per proporre nuovi bersagli terapeutici.

La malattia di Alzheimer, complessa e multifattoriale, ha una forte componente genetica e si ritiene che la maggior parte dei casi sia dovuta all’interazione di diversi fattori di predisposizione genetica con fattori ambientali.

Due docenti di Neurologia dell’Università di Firenze, il Prof. Sandro Sorbi e la Prof.ssa Benedetta Nacmias (rispettivamente Past President e Vice Presidente di Airalzh) sono stati recentemente convolti nello studio del genoma relativo al più grande gruppo di malati di Alzheimer analizzato finora. La ricerca ha individuato 75 regioni del genoma associate alla patologia, 42 delle quali non erano mai state implicate in precedenza nella malattia.

“A seguito di questa importante scoperta – afferma il Prof. Sandro Sorbi, Prof. Ord. di Neurologia presso l’Università degli Studi di Firenze e Dir. Neurologia I dell’Az. Osped. Univ. Careggi di Firenze - queste regioni sono state caratterizzate per dare loro un significato in relazione alle nostre conoscenze cliniche e biologiche e quindi ottenere una migliore comprensione dei meccanismi cellulari e dei processi patologici in gioco".

Airalzh, dal 2020, istituisce, a cadenza annuale, il Bando AGYR (Airalzh Grants for Young Researchers): 300mila Euro per finanziare progetti di ricerca di giovani ricercatori. I progetti del 2021, tutt’ora in corso, riguardano proprio gli stili di vita, in grado di contrastare i fattori di rischio cosiddetti modificabili, quindi importanti nella prevenzione della malattia di Alzheimer. Fra quelli dedicati agli stili di vita, in particolare, un progetto di ricerca indaga come l’assunzione di nanoplastiche, tramite acqua potabile, possa influire sulla fisiopatologia del cervello. Un altro si concentra sull’interazione di un certo tipo di attività fisica con i disturbi della memoria, coniugando l’attività fisica all’integrazione alimentare e valutandone così il beneficio sinergico sui disturbi della memoria. Un terzo, infine, si concentra sullo studio del ruolo dei diversi stili di vita sulle fasi precoci e asintomatiche della malattia, collegandoli allo sviluppo nel plasma dei marcatori biologici della neurodegenerazione.

“Un corretto stile di vita – conclude il Prof. Sandro Sorbi - comincia a tavola e prosegue nella vita quotidiana. È importante mantenersi socialmente, mentalmente e fisicamente attivi. Fatto confermato anche da una ricerca a livello internazionale, pubblicata nel 2015, che ha analizzato le diete di oltre 2000 adulti raffrontandole con l’incidenza della malattia”.